lunedì 28 febbraio 2011

Ecco a voi il vero "Made in Italy"

Sentiamo ogni giorno parlare di “Made in Italy” e di tutto quello che ne consegue. Il “Made in Italy” è tutto ciò che l’eccellenza italiana produce. Dalle auto alla moda, dalle industrie mediche passando per l’alimentare fino al settore aerospaziale. L’Italia è a tutti gli effetti un esportatore di eccellenza.

I governi che si susseguono hanno salvaguardato tutto questo apparato di conoscenze, tecnica e tradizione ma non hanno fatto abbastanza.

C’è una cosa che nessuno ha sottolineato a dovere. Una cosa che va enfatizzata e protetta al pari di un brevetto industriale. Anzi, va tutelata di più di tutto il “Made in Italy”.

Una cosa che senza di essa non esisterebbe neppure  il “Made in Italy”.

Stiamo parlando della “Gente Italiana”. L’italiano è il primo e vero soggetto da tutelare. Egli è l’artefice di quell’eccellenza che ci è riconosciuta in tutto il mondo e non è una cosa da dare come scontata.

Anzi è un passaggio che va riconosciuto direttamente, un riconoscimento che deve essere una gratitudine a noi stessi. Eccellere nelle arti e nelle professori lo abbiamo nel sangue oramai da secoli.

Questo passaggio è fondamentale per tutti noi, fondamentale perché dobbiamo acquisire la consapevolezza di essere migliori di come ci vogliono dipingere. Questa qualità della “Gente Italiana” dobbiamo metterla in tutti gli aspetti della nostra vita. Come fare, vi chiederete.

È semplice. Basta cominciare dalle piccole cose dettate dall’educazione. Rispettare le file allo sportello delle poste, ad esempio, non basta, devi rimproverare il furbetto che non la rispetta. Cosa da niente direte, i problemi sono ben altri. Giusto. Ma da qualche parte si deve cominciare, e da dove se non dalle piccole cose che noi tutti possiamo fare?

È cambiare mentalità che dobbiamo. Solo così possiamo pretendere il rispetto da tutti, in primis dalla nostra classe politica che come si sa non ci rispetta minimamente.

Il Popolo prima.

giovedì 24 febbraio 2011

Altro fronte: i Balcani

Con preoccupazione apprendiamo che oggi in Croazia ci sono state diverse manifestazoni contro il governo della signora Kosor.

Preoccupazione perchè si intravede il temuto effetto domino sulle varie manifestazioni di dissenso a livello globale. Tutto il Nord Africa, il mondo Arabo, l'Albania, la Grecia, i violenti scontri di Londra e Roma tanto per citare alcune situazione che nelle ultime settimane (non mesi o anni ma settimane) hanno riempito le cronache.

Ricordiamoci che in Italia, nel nostro piccolo, abbiamo un primo ministro che verrà processato il 6 aprile e se condannato si andrà a elezioni. Prorpio in un bel clima, tra l'altro.

C'è chi continua a dire che va tutto bene, che la crisi è alle spalle e che non ci si deve prteoccupare, il peggio è passato. A noi sembra che il peggio stia per arrivare.

Emergenza Nord Africa. O meglio emergenza per l'Italia


In maniera provocatoria qualche giorno fa auspicavamo un protettorato Italiano per la Libia. Oggi ci rendiamo conto che vada come vada servirà una forma di controllo per i flussi immigratori che dal Nord Africa partiranno per l’Italia.

Che vinca o che perda Gheddafi, in Libia ci saranno migliaia di persone che non potranno più rimanere nel paese africano per il semplice fatto di appartenere alla fazione che alla fine dei giochi ne uscirà perdente.

Vista l’evoluzione delle ultime ore, probabilmente, i sostenitori di Gheddafi saranno costretti ad abbandonare il paese. Le direzioni che prenderanno saranno quelle del Mare Mediterraneo e quindi Europa con Italia in testa.

L’ONU ci chiede di accogliere i profughi ma poi cosa si dovrebbe fare? Rimpatriarli a forza? Concedere asilo politico? Non sarebbe più giusto che la UE entrasse in gioco? Qui si rischia che l’Italia si dovrà fare carico di tutti i costi della tragedia umanitaria. Allora non sarebbe meglio gestirla già in Libia? Si eviterebbero centinai di viaggi con le barche della speranza e i rischi che ne conseguono.

L’Europa ha una polizia speciale per le frontiere, la Frontex, già impiegata al confine greco – turco, perché non viene utilizzata? Hanno inviato solo alcune unità, come se bastassero per monitorare il Mediterraneo.

Torniamo al solito problema, l’Europa burocratica è un pachiderma, un qualcosa di macchinoso che snobba le nazioni e ignora i singoli popoli.

E se pensiamo che in Italia, a noi italiani, nessuno ci ha chiesto se ne volevamo fare parte… bhè questo è quanto meno noioso.

mercoledì 23 febbraio 2011

Atene come Il Cairo

Il Mediterraneo sta ribollendo come mai si era visto prima. In questi giorni è stato paragonato alla Cortina di Ferro e all'89 ma credo che qui la situazione sia ben diversa.

Nel lontano 1989 i paesi del blocco sovietico sono usciti dal giogo comunista per entrare in un mondo libero (che poi si siano scontrati con la peggiore parte del capitalismo è un altro discorso) mentre in questo caso, nei paesi mediterranei, c'è lo spettro del fondamentalismo islamico che è una lobby forte e ben foraggiata anche in termini di denari.
Un nord Africa islamico moderato è un conto (quello che abbiamo conosciuto fino ad oggi) ma un nord Africa fondamentalista cambierebbe lo scenario di cooperazione nell'intera area. Forse l'unico vantaggio sarà quello che Israele farà meno il prepotente e rinuncerà a qualche territorio occupato (ingiustamente).
La Grecia sarà invece l'innesco per l'area euro. Sono sul baratro e onestamente stanno resistendo oltre le mie aspettative (anche grazie al fondo salva stati è chiaro).
Quando la Grecia collasserà (il problema è quando, non il se) è probabile che l'effetto domino colpirà altri stati europei e i soldi per i salvataggi sono sempre meno.

Questo è il risultato della globalizzazione. Purtroppo.

Una breve riflessione sui pensionati del futuro

Il futuro è nero e non si tratta di fare le cassandre. La disoccupazione giovanile è il dato che preoccupa di più.

Gli ultimi dati parlano di quasi il 30% di under 25 senza lavoro. Questo significa un'equazione semplice: niente lavoro = i giovani non si sposano = non si creano nuove famiglie = non ci saranno nascite.

Uno dei primi sistemi a scoppiare sarà l'Inps. Il saldo tra lavoratoti attivi (che pagano i contributi) e pensionati sarà negativo in maniera esponenziale.

E questo è solo l'inizio.

martedì 22 febbraio 2011

I partiti e la decadenza in Italia

Il 22 febbraio la Corte dei Conti ha scoperto l’acqua calda e cioè che in Italia la corruzione è una patologia.

Questa è solo l’ennesima conferma che la nostra nazione sta male. Sta male nel senso che la corruzione, gli attuali scandali politici, il poco peso che abbiamo all’estero, l’evasione fiscale, i “furbetti” e via dicendo sono indicatori del degrado sociale nel quale l’Italia vegeta.

Da questo presupposto ci chiediamo che ruolo hanno i partiti; se essi sono in grado di invertire questa tendenza.

In sostanza ci interroghiamo se in un momento di demolizione della società, dello stato e delle sue istituzioni, la politica come processo in cui si prendono decisioni importanti per le nostre vite sia un luogo che si possa lasciare in mano ai soli partiti.

La risposta è no. I partiti italiani, per la storia che hanno, e cioè per quello che hanno fatto e rappresentato in Italia, non sono più i referenti della nazione. Non hanno più alcuna credibilità.

Sono l’origine dei problemi. Sono vittime essi stessi di un mal costume perfezionato nei decenni, un sistema che pensa al sistema e non alla nazione. Il dopo Tangentopoli, la Seconda Repubblica, è un rafforzamento del vecchio sistema. Se si poteva sperare che il vecchio modus operandi fosse stato estirpato, bhè ci siamo sbagliati un po’ tutti. Diciamo che il virus è sopravvissuto agli anticorpi ed oggi è più forte di prima.

In Italia si muore ancora di malasanità, ci sono miliardi di euro sprecati in cattedrali nel deserto, la disoccupazione giovanile è ai massimi di sempre, l’euro ha impoverito le famiglie, le carceri scoppiano, l’immigrazione è in continua crescita. Questi sono solo alcune tematiche troppo importanti per essere lasciate in mano a quei partiti che noi tutti conosciamo bene.

Da decenni governano sempre gli stessi. Stessi nomi, stesse facce, stessi problemi. E noi italiani sempre buoni. Ma ora basta. In tutti i sensi. Non ci sono italiani di destra o di sinistra, ci devono essere italiani incazzati con il sistema.

Il Popolo prima.

lunedì 21 febbraio 2011

La Libia deve diventare un protettorato italiano


La situazione in Libia sta degenerando in maniera esponenziale. Il colpo di stato militare sembra sia solo questione di ore. La Comunità Internazionale per il momento sta a guardare. Solo qualche appello di circostanza e qualche critica per gli episodi di violenza.

L’Italia, o meglio il Governo, fa ancora meno. Nessuno si ricorda i 5 miliardi di euro che abbiamo dato alla Libia per danni di guerra? Questi soldi ora che fine faranno? La Libia sarà in grado di destituire Gheddafi e al tempo stesso evitare di diventare un paese dove regnerà la sharia?

La soluzione è quella di pretendere il protettorato sulla Libia. Non è fantapolitica. Paesi come gli Stati Uniti lo hanno fatto l’Iraq.

In questo modo potremmo difendere gli interessi nazionali in Libia e in più eviteremmo alla popolazione di finire in mano all’Islam più fondamentalista che taglierebbe fuori dal mondo il paese.

L’Italia si deve fare garante di democrazia e libertà per il bacino del Mediterraneo. Non dobbiamo lasciare che gli yankee con le loro multinazionali invadano i paesi africani che si affacciano sul Mare Nostrum.

Berlusconi: cosa succederà dopo di lui?

L’Italia politica di questi ultimi anni è incentrata solo su un concetto: il berlusconismo. È indubbio che questo non sia vero. Silvio Berlusconi, nel bene e nel male, sta magnetizzando l’attenzione su di sé e sul suo operato.

È in sostanza l’uomo forte – almeno di facciata – della politica italiana. Ma la sua vita politica sembra oramai essere arrivata, se non alla fine, in cima alla collina e per il futuro si intravede la discesa se non addirittura la caduta libera.

È quindi normale e necessario porsi una domanda: cosa succederà dopo Silvio Berlusconi?

Domanda semplice e diretta che purtroppo non ha una risposta altrettanto semplice. Anzi le risposte possono essere molteplici.

In primo luogo Berlusconi non ha un erede politico all’interno del Popolo delle  Libertà e questo è un primo problema, nel senso che, molto probabilmente, se esce di scena lui il PdL è destinato a frammentarsi nelle varie correnti – un po’ come è successo per la DC o per il PSI dopo Tangentopoli – e quindi vedremo la nascita di micro soggetti politici.

Si parlava di Letta al posto suo ma onestamente è improbabile che riesca a tenere in piedi la baracca del PdL.

Il Terzo Polo. UDC a parte, sembra un fuoco di paglia. Fini continua a perdere pezzi per strada nonostante alcuni centristi – e addirittura qualcuno della sinistra moderata – lo vedano di buon occhio; ma ripeto, Fini e il Terzo Polo non sono sicuramente la risposta alla nostra domanda. Avrebbero bisogno di pescare consensi sia a destra sia a sinistra innescando una convivenza, anche ideologica, improbabile.

La Lega. Alcuni la ritengono l’eterna cenerentola della politica italiana. Ma lo sapete che ad oggi, in Parlamento, la Lega – e il suo simbolo – è il partito più “vecchio” in Italia? Il movimento di Bossi è legato a doppio filo a Berlusconi. Sono al governo insieme perché la Lega da sola non va tanto oltre ai risultati ottenuti alle ultime politiche. Ha molte, anzi moltissime, amministrazioni al nord ma questo non le consentirà di tenere la maggioranza nel paese. Anzi oramai comincia ad essere un disco rotto la Lega, sempre a ripetere le stesse cose e, puntualmente, non le mette mai in atto. Su al nord c’è chi ancora crede alla favola delle secessione… poveri illusi. Come poveri illusi saranno quelli che credono al federalismo.

L’attuale opposizione. Sono l’antitesi della politica. Litigano tra di loro già alle primarie – che sarebbero una bella cosa ma impraticabile in Italia – e per giunta cambiano leder come Moratti cambia allenatori all’Inter… sono uniti dall’anti berlusconismo e questo fa pensare, per logica, che uscito di scena Berlusconi, loro si frammenteranno.
Dicevamo, non hanno leader degni di nota, anzi, alcuni fanno rimpiangere Prodi e questo penso la dica lunga. Il PD cerca di ottenere consensi ma ormai non cercano neppure più di presentare un programma. Perché scommetto che nessuno sa che programma abbiano. Ogni discorso, intervista o intervento ha per filo conduttore l’anti berlusconismo che ripeto, in alcuni aspetti è più che condivisibile ma non basta per essere un’alternativa di governo e tantomeno basta per governare sul serio il paese.

Italia dei Valori. Hanno rosicato voti alla sinistra ideologica, quella che per intenderci votava Bertinotti ma anche loro di argomenti ne hanno pochi e portati avanti da quel Antonio Di Pietro che oscilla sempre e solo tra arroganza e ignoranza. Non riesce a tenere un confronto senza inalberarsi, senza trascendere nel linguaggio che più gli si addice e cioè da pastore – senza offesa per i pastori veri -.  



No, non sarà facile avere un dopo Berlusconi indolore. L’Italia ha bisogno di una guida solida, robusta che riporti la nazione nei giusti binari. I politici e il carrettone che si portano dietro devono essere cambiati, estirpata questa classe politica del mangia - mangia o del bunga bunga.

Il popolo, cioè NOI TUTTI, deve essere rispettato e temuto da chi ci governa. Abbiamo un bisogno vitale di aria nuova, di gente nuova.

Noi del Comitato di Rinascita Nazionale, nel nostro piccolo, abbiamo cominciato la nostra personale lotta contro il sistema attuale, un sistema che non tiene in considerazione il popolo e la nazione. Siamo schiavi di tutto , banche, multinazionali, Comunità Europea e via dicendo. Basta! Il popolo e la nazione devono tornare protagonisti.

Il Popolo prima.

giovedì 17 febbraio 2011

Berlusconi e il caso Ruby, comunque vada perde l'Italia

Il prossimo 6 aprile il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dovrà comparire davanti al tribunale di Milano per difendersi da due accuse molto pesanti: concussione e prostituzione minorile.

Come si sia arrivati a questo oramai è noto a tutti ed è normale una certa curiosità su questo fatto che non ha precedenti in Italia. In sostanza un Primo Ministro che finisce sotto processo non si era mai visto.

La situazione è ben seria e questo deve essere chiaro alla nazione. Analizzando i dati di fatto da un punto di vista meramente pragmatico, troviamo due contendenti, uno di fronte all’altro: la magistratura che contesta questi reati a Berlusconi e lo stesso Berlusconi che nega nel modo più assoluto. È evidente che solo uno dei due ha ragione e per esclusione l’altro avrà torto. Se la magistratura ha ragione allora vuol dire che in Italia abbiamo un Presidente del Consiglio che ha abusato della sua carica per motivi personali (e per molti questo confermerebbe che Berlusconi potrebbe avere usato la carica istituzionale altre volte per benefici personali). Invece se Berlusconi ha ragione allora vuol dire che in Italia abbiamo una parte di magistratura deviata e destabilizzante.

Questo ragionamento lapalissiano porta ad una conclusione: in Italia abbiamo una situazione gravissima.

Comunque vada, al verificarsi di una o dell’altra situazione la realtà è che la nazione è in pericolo. Come può il popolo restare ad osservare impassibile tutto questo schifo?

Quello che noi vogliamo è che in ogni italiano ci sia la voglia di farsi rispettare dalle istituzioni, ci sia la voglia di pretendere che chi sbaglia paga, dal semplice cittadino al Primo Ministro, passando per la magistratura e le forze dell’ordine.

Il Popolo prima.

giovedì 10 febbraio 2011

La tragedia delle foibe. Vietato dimenticare.

Il 10 febbraio l'Italia celebra il Giorno del Ricordo ed è doveroso anche per noi del CdRN rendere omaggio alla memoria di quei nostri connazionali sterminati dalla cieca violenza dei partigiani comunisti di Tito.
Il ricordo è un atto interiore per ognuno di noi e ci esula dal polemizzare sul perché in Italia l'argomento foibe sia ancora scomodo per molti. 

Il ricordo chiede però giustizia e la chiede urlando. Sono le voci degli infoibati che dal loro oblio giustamente pretendono giustizia.

E' compito di tutti noi cercare questa giustizia, volerla per il rispetto di chi in quei giorni è morto solo perché era italiano. Si perché bastava questo per essere trucidati dagli uomini di Tito, bastava essere italiani. E fa ancora più male sapere che il nostro vecchio presidente Sandro Pertini - per niente rimpianto - ha baciato la bara del dittatore slavo quando questi è morto. Questo la dice lunga su quanto una certa sinistra italiana abbia volontariamente fatto ostracismo sull'argomento foibe.

Ma questa è una lunga storia ed oggi si ricorda e basta.

mercoledì 9 febbraio 2011

Il vocabolario del politico italiano

Abbiamo deciso di pubblicare, in maniera un pò ironica, un vocabolario che meglio spiega e racchiude i termini maggiormente diffusi nel linguaggio "politichese".

Anche questo a sottolineare quanto in basso sia arrivata la politica in Italia. Ma la cosa peggiore è che il fondo non è ancora stato raschiato visto che ogni giorno si raggiungono livelli sempre più bassi.

Accordo elettorale
Per accordo elettorale si intendono tutti quei giochetti che i politici fanno per non perdere la "sedia". Rossi con neri, bianchi con verdi… il colore non conta, quello che conta è che l'unione fa la forza, intesa come "restiamo incollati alla sedia a forza".

Appalto pubblico
Per la legge italiana con gli appalti pubblici si dovrebbe garantire che determinate opere pubbliche vengano assegnate con criteri di obiettività a ditte esecutrici. In realtà gli appalti pubblici servono al politico di turno per avere una tangente (vedi voce tangente).

Associazione mafiosa
Questo tipo di associazione è un reato o aggravante ad altri reati. Pare proprio che sia diffuso anche tra certi politici, in determinate zone d'Italia, essere soci di qualche club particolare con attività non tanto lecite.

Corruzione
Quasi una tangente ma più diretta ed immediata. Ti serve qualcosa? Paga l'uomo giusto e la otterrai.

Escort
Sembra essere il passatempo privilegiato di alcuni potenti italiani. Da non confondersi con il modello della Ford. Pare che dopo la velina sia un lavoro molto ambito dalle giovani ragazze.

Federalismo
Particolare figura metaforica che fa ottenere voti a chi la usa

Finanziamento illecito ai partiti
Il finanziamento pubblico a volte non basta, o meglio è trasparente e dichiarato, quindi meglio arrotondare con qualche cifra versata da cittadini benefattori… ai quali andranno ovviamente favori speciali…

Finanziamento pubblico ai partiti
Nel mare magnum della politica è normale che qualche spesa i politici la sostengono. Ma perché pagare di tasca loro? Allora si sono inventati questa simpatica formula: dopo le elezioni, ogni partito che abbia ottenuto più dell'1% di voti, presenta una lista sotto il nome di "rimborso elettorale" e lo stato li rimborsa il costo della campagna elettorale. Con soldi pubblici ovviamente, e cioè nostri, pagati dai contribuenti.

Pianista
E' un particolare essere vivente che fa parte dell'ecosistema parlamentare. Perché andare tutti in parlameto quando basta una sola persona che vota per più deputati? Che faccia presenza il Fantozzi della situazione…

Ribaltone
Il ribaltone è riferito al governo. Si ha un ribaltone quando opposizione e maggioranza si scambiano le sedie. Per il popolo non cambia nulla.

Riforme
I politici non sono stupidi, sanno benissimo che le cose non vanno. Allora fanno le riforme. Così le cose - per loro - andranno meglio. Per noi cittadini non cambierà un granché se non in peggio, ovvio.

Sviluppo del territorio
E' un termine noto nel mondo politico-economico. In sostanza un politico decide che per far si che si sviluppa una certa zona occorrono soldi. Di solito questi soldi stanziati vanno sprecati… strano teorema lo sviluppo del territorio.

Tangente
Nel linguaggio comune la tangente è il guadagno che certi politici si beccano per avere pilotato una gara di appalti o comunque qualsiasi altra attività che prevedeva criteri di aggiudicazione obbiettivi. In sostanza è l'obolo illegale per ottenere un favore particolare da chi risiede nella stanza dei bottoni.

Tangentopoli
Buffo nome coniato negli anni Novanta. No, non è una città disneyana come l'assonanza del nome suggerirebbe. Purtroppo stava a significare il massimo del marcio nel sistema politico. Un sistema che faceva delle tangenti una prassi comune. Il fenomeno è stato scoperto e hanno cercato di rispolvero. In effetti le cose sono cambiate. In peggio.

Trans
Particolare escort che pare piaccia alla sinistra italiana.

Vitalizio
La legge in vigore prevede un vitalizio mensile di circa 3000 euro al mese per ogni deputato presente e passato che abbia effettuato almeno un giorno di lavoro. Perché loro se lo meritano.

Voto di scambio
Il più antico tipo di commercio: il baratto. Da una parte chi dispensa voti, dall'altra chi li riceve e poi, se eletto, forse contraccambierà.

lunedì 7 febbraio 2011

L’Italia deve piangere le 1080 morti bianche del 2010

Il presidente in visita ai rom

Il Presidente Napolitano ha reso omaggio alle salme dei quattro bambini rom morti nel rogo in un campo nomadi a Roma.
La notizia ha avuto risalto dai media nazionali ma bisogna andare oltre al fatto emotivo. Nel 2010 in Italia ci sono state 2010 morti bianche. Chi ha reso omaggio a questi lavoratori morti per portare il pane a casa? E le migliaia di infortuni?
E ora i politici si fanno in quattro per promuovere l’integrazione e per dare una casa agli zingari sempre sull’onda emotiva. E agli italiani cosa promettono? Nulla, o peggio promettono e poi non mantengono.
Ogni centesimo sprecato per gli zingari è un centesimo rubato al popolo italiano.
È indegno che una nazione come l’Italia dia più soldi in diarie ai rom che fondi agli asili. Invece di tagliare fondi alla ricerca perché non si azzerano i fondi per gli zingari?

Il manifesto politico del Comitato di Rinascita Nazionale


  1. Riorganizzazione della vita politica italiana
  2. Portare l'Italia ad avere un ruolo di guida in Europa
  3. Nazionalizzazione della Banca d'Italia
  4. Elevare gli standard sociali agli italiani
  5. Difesa delle tradizioni
  6. Controllo dell'immigrazione 
  7. Revisione del trattato di Schengen ed uscita dal trattato di Lisbona
  8. Allontanamento delle etnie rom dal territorio italiano
  9. Alleggerimento burocratico
  10. Salvaguardia dell'ambiente e del territorio
  11. Criminalizzare gli sprechi del settore pubblico
  12. Difesa dell'economia italiana
  13. Eliminazione della disoccupazione


1 - Riorganizzazione della vita politica italiana
È il punto principale dell’attività del Comitato. È il motivo per il quale il comitato è stato formato. La politica italiana, o meglio i politici italiani, sono oramai distanti dalla realtà delle cose. Sono distanti dai problemi del popolo. Non solo non stanno facendo nulla per risolvere una situazione di stallo ma fanno sì che questa situazione sia degenerativa.
Noi vogliamo invertire questa tendenza portando il popolo a farsi rispettare dai politici. I politici devono temere il popolo e non il contrario.

2 – Portare l’Italia ad avere un ruolo di guida in Europa
In Europa l’Italia conta sempre meno e questo per colpa dei nostri eurodeputati. Il loro tasso di assenteismo è il maggiore di tutti. Questo significa che il parlamento europeo può approvare leggi non favorevoli alla nostra nazione e nessuno dei nostri deputati è in aula a far valere la nostra opinione.
Bisogna quindi pretendere dai nostri eurodeputati un impegno serio senza se e senza ma. Anche in questo caso vale il principio che il politico deve temere il popolo e non il contrario.

3 – Nazionalizzazione della Banca d’Italia
La Banca d’Italia è ad oggi privata, e tra gli azionisti di maggioranza ci sono le banche d’affari. Noi vogliamo che la Banca d’Italia diventi pubblica e cioè del popolo italiano. La nostra nazione ha diritto di essere sovrana nell’emettere denaro. Questo oggi in Italia non avviene e la colpa è delle lobby bancarie.
Abolizione del signoraggio.

4 – Elevare gli standard sociali agli italiani
La famiglia italiana, storicamente risparmiatrice e lavoratrice, ha il sacrosanto diritto di avere una soglia minima sociale garantita. Questo si traduce in casa, cibo e vestiti, educazione e sanità. Ogni nucleo famigliare deve avere diritto a quanto elencato, lo Stato si deve fare carico di sopperire a queste necessità. Chi non è cittadino italiano non ha diritto a questi aiuti perché lo stato è come il padre di famiglia il quale deve prima tutelare i propri figli.

5 – Difesa delle tradizioni e della religione cristiana
Ogni cittadino italiano è libero di professare privatamente il culto che vuole laddove non commetta reati. La religione cristiana è però la religione tradizionale della nazione e in quanto tale va tutelata  garantendone il rispetto da parte di tutti, italiani e stranieri, cristiani e non cristiani.
L’Italia è ricca di tradizioni popolari che si tramandano da secoli, è interesse dello stato difendere questo patrimonio contro i pericoli della globalizzazione.

6 – Controllo dell’immigrazione
Un flusso immigratorio sconsiderato ed incontrollato ha come risultato la destabilizzazione economico e sociale della nostra nazione. Noi vogliamo che lo stato tuteli i cittadini italiani dall’invasione che è in atto.

7 – Revisione del trattato di Schengen ed uscita dal trattato di Lisbona
Noi vogliamo che il trattato di Schengen sia modificato nella forma e nella sostanza. È diritto del nostro stato controllare le proprie frontiere, sia terrestri che marine.
Non riconosciamo il trattato di Lisbona che offende l’indipendenza del popolo italiano e in generale dei popoli europei. Per questo motiva vogliamo che l’Italia esca da questo trattato.

8 – Allontanamento delle etnie rom dal territorio nazionale
I campi rom e in generale i campi nomadi sono un problema per la sicurezza nazionale  e dei cittadini. Sono incontrollabili e ingestibili. Per questo vanno chiusi e gli occupanti scortati oltre confine. Vogliamo che l’Italia attui una politica inflessibile verso i paesi di origine delle popolazioni nomadi.  

9 – Alleggerimento burocratico
La pubblica amministrazione dovrà essere organizzata come un ausilio dei cittadini e quindi dovrà studiare e prevedere iter burocratici meno asfissianti.

10 – Salvaguardia dell’ambiente e del territorio
L’Italia ha la fortuna di ospitare la metà dei siti Unesco del mondo. È dovere dei cittadini e quindi dello stato tutelare e salvaguardare l’ambiente e il territorio. Si chiede quindi il pugno di ferro contro chiunque danneggi il territorio dal punto di vista ambientale e paesaggistico.

11 – Criminalizzare gli sprechi di denaro pubblico
Il denaro pubblico è del popolo italiano e chi lo spreca ne dovrà rispondere al popolo stesso pagandone le conseguenze in maniera esemplare. Vogliamo che il nostro denaro, frutto del nostro lavoro, sia tenuto e speso con il massimo rispetto.

12 – Difesa dell’economia italiana
Lo stato deve tutelare l’economia della nazione applicando dazi alle merci importante dai paese che effettuano una concorrenza sleale. È compito dello stato incentivare l’economia alleggerendo l’imposizione fiscale sia alle imprese sia ai lavoratori.
Lo stato deve aiutare le imprese a produrre e restare nel territorio italiano. Disincentivare le imprese che vogliono produrre all’estero.  

13 – Eliminazione della disoccupazione
Lo stato si deve impegnare a cancellare la disoccupazione. Opere pubbliche necessarie, azzeramento dei flussi immigratori ed incentivi ad assumere cittadini italiani nelle imprese. Questo serve per portare il lavoro ai cittadini.