martedì 22 marzo 2011

Nucleare italiano, come fidarsi di chi non riesce nemmeno a gestire la monnezza quotidiana


La questione del nucleare irrompe in Italia con la stessa violenza del terremoto in Giappone. Si perché quel terremoto e i danni da esso provocati in particolar modo alla centrale atomica di Fukushima hanno creato un’onda emotiva che sta dominando il dibattito sul nucleare in Italia.

Regola vuole che l’emotività sia sempre una cattiva consigliera ed è per questo che parlare oggi di nucleare non serve a molto. Se ti sei scottato con il fuoco poi resti distante anche dal fornello della cucina, in pratica.

Senza ipocrisia o retorica riteniamo che il nucleare è una fonte di energia che va capita, studiata e perfezionata. Perché questi tre verbi? Semplice. Va capita perché ad oggi, nella gente comune, c’è molta cattiva informazione su come funziona una centrale atomica. E la cattiva informazione non aiuta a capire la questione nucleare. Va studiata come fonte energetica perché c’è ancora molto da imparare sul nucleare. La fusione nucleare fredda, ad esempio, è ancora agli albori come tecnica. Tecnica che secondo gli esperti ridurrebbe la produzione di scorie radioattive, ad esempio. E poi va perfezionata perché le odierne tecniche ci permettono di costruire centrali sicure e con le giuste procedure ci permettono di stoccare le scorie in maniera definitiva.
Il disastro ambientale Deepwater
E poi una centrale a carbone, ad esempio, nell’immediato è decisamente più inquinante. Basti pensare a quanta CO2 viene immessa nell’atmosfera, a che impatto ambientale provoca una miniera di carbone e il suo trasporto. Idem per il petrolio. Ricordate la piattaforma Deepwater nel golfo del Messico? Quanto ha inquinato? Ma grazie alle potenti lobby dei petrolieri ora tutto tace… ma questo è un altro discorso.  

Questo comunque è il nostro pensiero in senso assoluto. Riduciamo ora il ragionamento al caso italiano.

La musica cambia. Immaginate la nostra classe politica/amministrativa alle prese con la gestione di una centrale nucleare. Ma se non riescono neppure a gestire i rifiuti normali! Solo in alcune aree del paese, al nord in particolare, si riesce a fare la raccolta differenziata. Per il resto guardiamo cosa è successo a Napoli, montagne di rifiuti per strada senza capire di chi è la colpa e soprattutto senza nessuno che si preoccupasse per la raccolta . Si rischia di fare dei discorsi da leghisti (Dio ce ne scampi e liberi!) ma onestamente è difficile a immaginarsi la Calabria o la Campania in grado di gestire una centrale nucleare senza che il mafiosetto di turno ci metta il naso. E questo tutto a discapito della sicurezza, ovvio.

In Italia non ci si può fidare del nucleare perché non ci si può fidare degli italiani e del nostro modo di affrontare le cose. Triste come concetto ma sfidiamo chiunque a contraddirlo.

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