martedì 12 aprile 2011

I bravi amministratori si vedono nei momenti del bisogno. E in Italia non se ne vedono di sicuro.

Non sanno più che pesci pigliare
Il cammelliere Gheddafi lo aveva annunciato, se mi attaccherete l’Europa sarà invasa da decine di migliaia di profughi. Che l’onda umana che arriva dal nord Africa sia la conferma delle minacce del dittatore libico è fuori discussione ma che abbia messo in crisi l’Europa è quanto mai discutibile.
È invece vero che ha messo in crisi l’Italia, dal punto di vista sociale, economico e soprattutto sul piano politico internazionale e nazionale.

È una crisi che colpisce con pari forza il peso politico internazionale del nostro paese e la maggioranza che governa l’Italia. Dal punto di vista internazionale ci siamo mossi male da subito. O meglio, da subito non ci siamo mossi, e quando lo abbiamo fatto lo abbiamo fatto nella maniera che ci viene meglio e cioè nell’italica maniera. Forse Frattini & Co. speravano che la Francia non andasse fino in fondo cosa che invece è successa. Alla Farnesina, per paura di fare brutta figura e compromettere i rapporti con Tripoli hanno tentennato evitando di prendere una posizione da subito anti – Gheddafi. Questa mossa ci ha di fatto estromessi dalla stanza dei bottoni. Le opzioni erano due, fare la parte del leone con la Francia oppure fare come le Germania, disinteressarci del conflitto e negare le basi fino a quando non fosse stata la Nato a chiederle e anche in quel caso avremmo potuto decidere di non concedere le basi ad aerei che invece di far rispettare la no fly zone attaccano anche al suolo (situazione che non era prevista dalla risoluzione ONU).

Fatto sta che questo conflitto libico ha messo in evidenza i punti deboli del governo, come dicevamo, sia nella politica interna sia nella politica estera. Il ministro dell’Interno Maroni sia in sede europea sia su piani bilaterali con Tunisia prima e Francia poi ha tentato di trovare accordi che sgravassero l’Italia del peso dei flussi migratori. Risposta: l’Algeria per aiutarci vuole soldi, la Francia in sostanza dice che ci dobbiamo arrangiare e l’Europa ci risponde che dopotutto i profughi non sono tanti, ce la dobbiamo cavare da soli. E tutto quello che riesce a dire Maroni è che forse non vale la pena di restare in Europa. Che genio! Che statista!

Quindi, dando per assodato che in Europa non contiamo nulla ora ci resta il problema di quella massa umana che è arrivata e sta arrivando in Italia.

Fuga da Manduria
E anche qui il governo ha gestito la situazione in maniera pessima. Non ci piace fare come la sinistra che critica, spara a zero e non propone mai nulla. Per essere pragmatici la questione clandestini andava gestita in questa maniera: trattenere più clandestini possibili a Lampedusa ed evitare di portarli in continente. E questo perché sull’isola più di là non andavano, in continente scappano dai centri accoglienza e chi si è visto si è visto! Da subito invece cominciare con i rimpatri e i respingimenti. Pattugliare le acque territoriali e riportare in acque internazionali i barconi. E se ONU o UE dicono che non è umano che se li vengano a prendere loro.

I leghisti dicono che questa è una situazione eccezionale e noi diciamo che i bravi amministratori si vedono nel gestire casi eccezionali. In questo caso non ci sono bravi amministratori ma tanti chiacchieroni.

Per finire una considerazione: la Germania ci dice che l’onda migratoria del nord Africa è inferiore a quella albanese o kosovara degli anni 90 e quindi meno pericolosa dal punto di vista socio-economico. Ecco, noi alla Germania rispondiamo così: avete preso in considerazione che la disoccupazione attuale e la crisi economica ci hanno resi più deboli rispetto agli anni 90?

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